La Guerra delle Ricotte: Epica Battaglia tra Formiche e Tradizione a Parabita

Un Conflitto che Profuma di Latte e Folclore
Nel cuore pulsante del Salento, dove la terra rossa incontra il cielo azzurro, Parabita custodisce una delle leggende più singolari del patrimonio orale salentino: la memorabile “Guerra delle Ricotte”. Questa curiosa vicenda, tramandata di generazione in generazione, fonde elementi di fantasia popolare con spunti storici reali, offrendoci uno spaccato unico della cultura contadina locale.
Antefatto: Un Delitto Gastronomico
Siamo nel XVII secolo, in un’epoca in cui Parabita era un vivace centro agricolo. La leggenda narra che in una calda giornata d’agosto, la massaia Nannina ‘a Ricuttara – così chiamata per la sua maestria nella preparazione della ricotta – aveva appena sistemato sul cannizzu (tipico graticcio di canne) ben tre forme di ricotta fresca per farle asciugare al sole. Quel giorno particolare coincideva con la vigilia della festa di San Giovanni Battista, protettore del paese.
L’Invasione delle Formiche Forestiere
Mentre Nannina era impegnata nei preparativi per la festa patronale, un esercito di formiche giganti – secondo alcuni provenienti da Tuglie, secondo altri da Collepasso – iniziò la sua marcia verso il prezioso bottino. Le cronache popolari descrivono:
- Formiche grandi come chicchi di grano
- Armate di tenaglie affilate
- Guidate da un’imponente regina-formica con un elmetto d’argilla
Il loro avanzare non passò inosservato. Zi’ Tore, il vecchio pastore che sorvegliava il vicino ovile, fu il primo a dare l’allarme:
“Figghi mei, pare ‘na processione de formiche ‘mperiali!” gridò battendo il bastone per terra.
La Mobilitazione delle Formiche Parabitesi
Le formiche locali, guidate dal valoroso Generale Formiconio (così battezzato dalla tradizione orale), organizzarono immediatamente la resistenza:
Strategie difensive:
- Creazione di fortini tra le radici degli ulivi
- Barricate di pula di grano
- Armi improvvisate con spine di fico d’india
La battaglia infuriò per tre giorni e tre notti, coinvolgendo tutto il territorio tra l’attuale via Lecce e la contrada Paduli. I testimoni dell’epoca giuravano di aver visto:
“Le formiche forestiere che trasportavano pezzi di ricotta come scudi, mentre quelle locali contrattaccavano lanciando granelli di sabbia infuocata dal sole”
L’Intervento Celeste
Al culmine dello scontro, quando ormai le sorti apparivano incerte, i parabitani invocarono l’aiuto di San Giovanni Battista. La tradizione racconta che il santo:
- Batté tre volte il suo bastone pastorale sulla collina del Castello
- Fece scendere una pioggia miracolosa solo sul campo di battaglia
- Creò un arcobaleno che indicava la via di fuga alle formiche nemiche
Il miracolo è ricordato ogni anno nella “Processione della Pioggia Santa”, celebrata il 23 giugno, vigilia della festa patronale.
Conseguenze Storiche e Tradizioni Moderne
Questa leggenda ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura locale:
Effetti sulla comunità:
- Istituzione del “Palio delle Ricotte” (rievocazione storica)
- Nascita del detto “Essere come le formiche di Parabita” per indicare tenacia
- Divieto secolare di posare ricotte direttamente sul cannizzu senza protezione
Riferimenti artistici:
- Affresco del ‘700 nella Chiesa Matrice
- Opera dei pupi “La Guerra delle Ricotte” di maestri pupari locali
- Canzone popolare “Li Furmiceddhi te Parabita”
Verità Storica o Metafora Sociale?
Alcuni studiosi ipotizzano che la leggenda nasconda un antico conflitto tra comuni per il controllo delle risorse casearie. Il professor Luigi Epifani dell’Università del Salento nota:
“Nel ‘600 Parabita era famosa per le sue ricotte. Questa favola potrebbe celare una disputa commerciale con i paesi vicini, trasfigurata in chiave popolare”
La Leggenda Vive Oggi
Ogni estate, durante la Sagra della Ricotta, i bambini di Parabita mettono in scena una rappresentazione della battaglia, con:
- Costumi da formica artigianali
- Ricotte in miniatura di cartapesta
- Effetti speciali con acqua benedetta
Il museo etnografico locale conserva una teca con quello che si ritiene essere l’ultimo pezzo della ricotta originale, ormai pietrificato.
Morale Salentino
Come recita un antico proverbio parabitano:
“Megghiu na ricotta persa ca na furmicula forestera ‘nganna”
(“Meglio una ricotta persa che una formica straniera ingannatrice”)
Questa leggenda, oltre a divertire, insegna l’importanza di:
- Proteggere le tradizioni locali
- Valorizzare i prodotti del territorio
- Resistere alle ingerenze esterne
Una storia che, come la ricotta migliore, si è consolidata nel tempo diventando parte del patrimonio identitario di un intero popolo.
Foto: Di Lupiae – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11763816